Firenze – Un tracollo nel consumo del vino del 70%.Questa è la stima circa le conseguenze dell’ultimo decreto del Governo che chiude i locali alle 18. L’allarme arriva dal Consorzio Vino Chianti, in particolare dal presidente Busi, che con preoccupazione spiega: “Il 70% del vino si consuma dall’aperitivo in poi, questa restrizione è un colpo durissimo al settore.  E il Decreto è stato emanato senza considerare che  i ristoratori, i locali e  le enoteche si sono adattati puntualmente ad ogni disposizione, accogliendo i clienti in totale sicurezza. Hanno fatto sacrifici economici importanti, anche indebitandosi ulteriormente, pur di restare aperti. Nella situazione attuale”, continua il presidente, “era necessario adattare le restrizioni alle realtà locali e alle condizioni di lavoro delle attività. Invece si è preferito agire in maniera dura, anche confusa, per tamponare un oggettivo problema di organizzazione che questo Governo continua a manifestare”. Busi conclude ricordando che: “Continua anche la brutta abitudine di annunciare ristori e misure di sostegno senza poi concretizzarle in tempi brevi. Ci sono ancora lavoratori che aspettano la cassa integrazione dei mesi estivi, c’è sempre troppo burocrazia che soffoca le imprese, soprattutto le più piccole.  Altri paesi europei hanno garantito almeno il 75% dell’incasso, noi ancora siamo troppo indietro. Sarebbe necessario anche garantire un accesso al credito più facile, oggi completamente assente, eliminando temporaneamente gli accordi di Basilea”. Molta preoccupazione anche per le previsioni sul Natale: “Con il virus dobbiamo convivere ancora per diverso tempo. Il Governo, che finora si è dimostrato assente e sordo, adesso deve prendere provvedimenti concreti, altrimenti il fallimento di interi settori economici sarà inevitabile”.