Novara – “Il fatto che a offrire un lavoro sia un nome del calibro di quello dello Chef vale molto, ma il brand non basta più, rispetto a qualche anno fa: se prima era un traino enorme, un timbro di garanzia che ti faceva ‘portare il profilo a casa’, in un mondo con molta offerta di lavoro il prestigio non basta più“. A parlare è Manuel Pranzo, direttore HR del Gruppo Cannavacciuolo, intervistato da Hotel Domani. Il professionista rivela che le figure più difficili da trovare sono i pasticcieri, oltre al personale di sala.

 

Complessivamente, Cannavacciuolo dà lavoro a circa 250 persone, con picchi di 270 in alta stagione, di cui, però, il turnover, specialmente nel ramo della ristorazione, è piuttosto elevato. Nell’ospitalità, vale a dire chi è impiegato presso i Laqua Resorts e la dimora di Villa Crespi, circa il 70% dei dipendenti ha confermato la propria presenza per il 2024, secondo quanto rivela Pranzo.

 

Per garantire al gruppo personale appassionato, il direttore HR spiega la strategia adottata nella selezione delle risorse umane: “Abbiamo deciso di ripartire dalle basi e di affidarci a un metodo che mettesse al centro ciò che ci serve davvero di una persona: che non è un curriculum perfetto – a volte non veritiero o non funzionale, specie in questo post-pandemia – ma la passione, la storia, i trascorsi e le origini familiari e geografiche di ciascuno”. Il risultato: “La differenza nel cambio di approccio è stata tangibile fin da subito: se prima le candidature in risposta a un nostro annuncio erano una o due, oggi arrivano a venti”.

 

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