Milano – Per il settore ristorativo il 2022 è stato un anno di record negativi, ma non sono mancati i segnali incoraggianti. I dati sono stati forniti dal Rapporto 2023 dell’Osservatorio Ristorazione, che ha elaborato dati provenienti da diverse fonti, tra cui gli istituti di ricerca Istat e Censis, le associazioni di categoria Fipe e Federalberghi, le banche dati di Infocamere e la web app per la ristorazione Plateform.

Da un lato sono stati registrati il saldo negativo più alto di sempre tra le attività iscritte alle Camere di Commercio e quelle cessate (-171268) e la diminuzione dell’1,4% delle imprese attive, invertendo un trend di crescita pluridecennale; dall’altro però si stima una spesa alimentare fuori casa attorno agli 88 miliardi di euro, superando del 3% il precedente record positivo del 2019. Il rapporto ha tuttavia evidenziato un ulteriore dato negativo: in linea con l’anno precedente, nel 2022 il 76% dei ristoratori ha perso figure professionali in cucina o in sala, e ad inizio 2023 un ristoratore su due ha ancora problemi di personale.

Lorenzo Ferrari, presidente dell’Osservatorio Ristorazione, afferma: “Il 2022 può essere visto con grande ottimismo dato che a fronte dei record negativi sulle chiusure sono stati raccolti segnali più che incoraggianti per chi ha resistito negli ultimi anni. È stata proprio la capacità di adattarsi ai cambiamenti messi in campo da fattori su cui non si ha controllo a determinare la sopravvivenza e la prosperità delle realtà ristorative attive”.