Parigi (Fr) – “Ci sono chef insigniti delle stelle Michelin, e poi c’è Alain Ducasse”: così Lena London introduce su Forbes l’intervista che le ha concesso Alain Ducasse, probabilmente il cuoco più famoso del mondo, uno dei simboli stessi della cucina non solo francese. Alla giornalista inglese, l’illustre cuciniere fornisce un’immagine decisamente umile, preferendo l’understatement anglosassone alla grandeur francese: più che un impero, lui dice, quella dei suoi ristoranti è una costellazione di veri e propri “atelier” di manualità artigiana, e tutti con una loro storia. Ed è importante che la storia di questi ristoranti continui anche in futuro. Così Ducasse rivela: “These days, my focus is on transferring my knowledge to chefs in their 30s”. Di questi tempi, dunque, la sua intenzione è quella di trasmettere il suo sapere agli chef giovani delle sue brigate, in modo tale che possano evolversi e puntare al futuro. Tra essi, inevitabile parlare di Clare Smyth, che proprio stasera (giovedì 2 marzo) sarà ospite della finale italiana di MasterChef: la prima donna britannica a ottenere le tre stelle Michelin. Ducasse poi si sofferma sull’importanza del mecenatismo per una forma d’arte come la cucina, ammettendo che trovare i finanziatori è difficile in un mercato sempre più competitivo.