Oslo (Norvegia) – Un documentario della rete televisiva norvegese Nrk mette in luce cosa si cela dietro all’allevamento di salmoni. E rivela il ricorso a pratiche illegali da parte di alcune aziende, che esporterebbero pesci con ferite aperte e segni di infezioni cutanee nonostante la legge lo vieti, e che falsificherebbero i documenti commerciali. Il documentario si intitola ‘Lakselandet’, letteralmente ‘il paese dei salmoni’, ne ha parlato il magazine Linkiesta.
La Norvegia è il principale esportatore mondiale di salmone. E, secondo quanto scrive Linkiesta, “nel 2024 sono morti quasi 58 milioni di salmoni d’allevamento, circa il 15 per cento della produzione totale, vittime di infezioni, parassiti o stress da sovraffollamento”. Inoltre, “le fughe di pesci dagli impianti mettono a rischio anche il salmone selvatico, patrimonio genetico e simbolico del Paese”. La fortuna dell’export norvegese di salmoni deriva, infatti, dall’acquacoltura.
Il documentario mostra chiaramente immagini di salmoni con ferite cutanee – lacerazioni o piaghe – visibili in profondità nelle carni sfilettate. Ma, come riporta Linkiesta, il documentario norvegese dà voce anche agli operatori del settore, che invitano alla cautela. Infatti, secondo Ivan Vindheim, ceo di Mowi Asa, il più grande gruppo mondiale di acquacoltura, molte delle difficoltà attuali derivano da un insieme di cause biologiche e climatiche – acque più calde, parassiti più resistenti, cambiamenti ambientali – che richiedono tempo, ricerca e investimenti per essere gestite. Inoltre l’associazione industriale Sjømatbedriftene rivela che i controlli per chi esporta merce illegale sono “troppo rari”, il rischio di essere scoperti è “troppo basso” e le reazioni sono “troppo leggere”, anche per crimini seri. Per questo motivo il presidente Robert Eriksson chiede pene più severe e maggiori controlli.
