Le politiche imposte dalla celebre piattaforma di prenotazioni online limitano le strategie commerciali degli operatori alberghieri. Diversi studi legali tra Germania, Spagna e Francia stanno dunque conducendo class action. Che potrebbero arrivare anche in Italia.

 

di Elisa Tonussi

 

La scorsa settimana lo studio legale madrileno Eskariam e quello parigino Geradin Partners hanno annunciato un’alleanza strategica. L’obiettivo è coordinarsi nelle azioni risarcitorie che stanno guidando, rispettivamente in Spagna e in Francia, a tutela degli operatori alberghieri danneggiati dalle pratiche di Booking.com, la nota piattaforma olandese, di proprietà della Booking Holdings, per la prenotazione online di alloggi. Le pratiche nel mirino riguardano le cosiddette ‘clausole di parità’ imposte dall’agenzia di viaggio, che limitano la libertà commerciale degli operatori alberghieri, causando loro perdite economiche. Sono quelle che impediscono agli hotel e ad altre strutture ricettive di offrire prezzi più bassi o condizioni migliori su altri canali di vendita.

 

Insomma, si tratta di una class action in tutto e per tutto. Ma quella di Eskariam e Geradin Partners non è la sola azione collettiva in corso in Europa contro Booking.com. Altri studi legali – il tedesco Sgp Schneider Gewitz e lo spagnolo Ccs Abogados – stanno sostenendo, già da diverso tempo, le cause di altri gruppi di operatori alberghieri, danneggiati dalle pratiche di Booking.com.

 

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue

 

Le prime cause legali contro Booking.com risalgono al 2013, quando lo studio tedesco Sgp Schneider Gewitz, guidato da Volker Soyez, ha iniziato a sostenere singoli operatori alberghieri in contenziosi in Germania e Olanda. Nel 2021, poi, è stato scelto per rappresentare l’Associazione tedesca degli hotel (Iha) e 2mila imprese alberghiere in una causa contro Booking.com presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Cgue). Sgp ha così ottenuto un’importante sentenza favorevole lo scorso 19 settembre, quando la Cgue ha messo in discussione le clausole di parità imposte per anni da Booking.com, ritenendole non necessarie e nemmeno proporzionate all’obiettivo perseguito.

 

La sentenza della Cgue ha spinto la Confederación Española de Hoteles y Alojamientos Turísticos (Cehat), confederazione spagnola degli alberghi e degli alloggi turistici, a stringere un accordo con lo studio legale Ccs Abogados affinché le imprese associate potessero sporgere causa contro Booking.com. Ccs Abogados ha quindi scelto di collaborare insieme ai tedeschi dello Sgp Schneider Geiwitz.

 

L’alleanza tra Eskariam e Geradin Partners

 

Anche la recente collaborazione tra Eskariam e Geradin Partners nasce sulla scorta della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

 

Lo studio Eskariam già da qualche mese offre la sua tutela legale ai membri della Asociación Española de Directores de Hotel (Aedh), che rappresenta i direttori d’albergo. La collaborazione nasce in seguito a una decisione della Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia (Cncm), omologa dell’italiana Autorità garante della concorrenza e del mercato. Lo scorso luglio, infatti, la Cncm aveva riscontrato un abuso di posizione dominante da parte di Booking.com e aveva comminato una multa da 423 milioni di euro. Oltre 10mila strutture alberghiere avrebbero diritto a un indennizzo.

 

Nel frattempo, in Francia, lo studio legale Geradin Partners ha aperto il sito Actioncollectivehotel.fr, dove gli operatori alberghieri, che fra il 2015 e il 2024 si sono appoggiati a Booking.com, possono segnalare i propri dati con il fine di conoscere il potenziale risarcimento a cui avrebbero diritto. Il sito internet ritiene che gli hotel indipendenti potrebbero ricevere decine, se non centinaia, di migliaia di euro. Per le catene la cifra potrebbe perfino arrivare a milioni di euro. Actioncollectivehotel.fr stima infatti che le perdite totali degli albergatori, dovute alle pratiche sleali di Booking.com, si aggirerebbero intorno a 1,5 miliardi di euro.

 

La class action potrebbe arrivare anche in Italia

 

Azioni legali collettive nei confronti di Booking.com potrebbero presto prendere il via anche in Italia. Lo studio Eskariam ha fatto sapere in una nota che sono già in corso dei contatti per estendere la class action ad altri paesi, come Portogallo e ltalia, con l’obiettivo di consolidare un fronte comune contro Booking.com.

 

Anche nel nostro Paese, infatti, Federalberghi e Confindustria Alberghi lo scorso anno avevano segnalato all’Agcm azioni lesive per gli operatori del settore da parte dell’agenzia di prenotazioni. L’Autorità garante aveva dunque avviato, a marzo 2024, un’istruttoria per presunto abuso di posizione dominante. L’obiettivo era accertare se la piattaforma limitasse l’autonomia delle strutture alberghiere italiane nel differenziare le proprie tariffe tra Booking.com e altri canali di vendita online, aderendo ad alcuni programmi promossi dalla piattaforma di prenotazioni online. L’istruttoria si è conclusa lo scorso dicembre con l’accettazione, da parte dell’Antitrust, di un pacchetto di impegni, presentati da Booking.com, ritenuti adeguati a rimuovere ogni preoccupazione concorrenziale. Ma, per gli operatori del settore alberghiero italiano, potrebbero ora aprirsi nuove possibilità.

 

 

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