Alla Francescana di Modena la prenotazione per un posto solo non è prevista. Se riservi un tavolo per due e l’altro non si presenta, il ristorante trattiene 300 euro dalla carta di credito. Invito alla socialità? O l’ennesimo stress richiesto al cliente?

 

di Tommaso Farina

 

Ieri, come innumerevoli altre volte, ero a pranzo in un ristorante. Per lavoro. Per me, di solito, un ‘pranzo di lavoro’ consiste proprio nel mangiare in un certo posto, quindi spessissimo tratto il pranzo come una qualunque consegna di lavoro da rispettare. E in tal caso, nella stragrande maggioranza delle volte, sono da solo. Se avete letto la stampa nei mesi estivi, vi sarete accorti che è nato un piccolo caso anche su questo, su noi clienti che ci troviamo a occupare un solo posto. Valerio Massimo Visintin, la penna del Corriere della Sera che da qualche tempo offre i suoi contributi anche al Gambero Rosso, proprio sull’edizione online del periodico gastronomico capitolino ha lanciato il sasso nello stagno: “La questione è seria: se si vuole prenotare un tavolo da soli, è quasi impossibile”. Pare che Visintin si sia trovato spesso in difficoltà a riservare un desco senza compagni di mangiata (pardon: di esperienza sensoriale, come vuole il gergo di certa ristorazione).

 

La mia esperienza? Non mi è mai capitato di avere problemi in tal senso, anche perché, in caso contrario, avrei fatto scoppiare la terza guerra mondiale. Solo una volta ho percepito qualcosa di sgradevole: circa una ventina d’anni fa, telefonando in un ristorante di Cogne (Aosta) abbastanza reputato, non certo uno stellato ma, quello sì, un sacrario di cucina tipica, quando ho detto di essere solo ho percepito un chiaro disagio in chi mi ha risposto. Forse perché volevo prenotare per il pranzo in un sabato estivo, e la signora voleva massimizzare l’incasso. In ogni caso, il tavolo me l’hanno dato, e ho pure totalizzato un bel conto, avendo ordinato come quasi sempre le quattro portate canoniche, anziché spilluzzicare mezza porzioncina. Da quel momento, spesso durante una telefonata, dicendo di voler prenotare per uno, ho iniziato a chiedere: “È un problema?”. Sono sempre stato fortunato: mi hanno sempre risposto che non dovevo neanche pensarci, che quello è il loro lavoro e lo fanno con dieci clienti, come con uno solo.

 

A quanto pare, non è così per tutti. Il sito web dell’Osteria Francescana di Modena, il regno di Massimo Bottura, ha una pagina web intitolata Faq (frequently asked question), per dirimere qualunque dubbio sul ristorante. Alla domanda “Per quante persone posso prenotare?” segue una risposta semplice: “È possibile effettuare una prenotazione da due persone fino a un massimo di dieci”. Ma per carità: “Sono disponibili prenotazioni per single diners in Francescana at Maria Luigia”. Bontà vostra! Bene: se sei solo, a quanto pare, la cena alla Francescana originale te la scordi, e devi ripiegare sul pur eccellente relais situato nella campagna modenese. Per i più curiosi, altri dettagli simpatici: alla prenotazione è richiesta una carta di credito, e quattro giorni prima verranno trattenuti provvisoriamente 300 euro a persona, seppur non addebitati. Bambini? Manco per niente: solo dai 12 anni in su. La prenotazione telefonica? Nemmeno per sogno: in ottemperanza alle migliori mode del settore, si può fare solo sul sito web.

 

Ricordo con nostalgia il mio ultimo pranzo lì, nel 2014: prenotai via telefono, da solo, e non mi furono chieste carte di credito. E il pranzo andò magnificamente. C’erano anche altri clienti solitari, se può interessare. È vero: sono passati dieci anni, ed è vergognoso che io non ci sia ancora ritornato, benché il ristorante fosse assolutamente eccelso anche all’epoca, anche se meno chiacchierato. Il punto è: oggi riuscirei a mangiarci ancora? Da solo, è possibile che questa nuova visita mi venga negata. È anche vero che spesso noi del settore abbiamo delle scorciatoie per evitare certi inconvenienti, ma personalmente sono sempre stato riluttante a farne uso. Certo, potrei invitare qualcuno, possibilmente ben disposto a spendere (peraltro in cambio di una cucina ineguagliabile, che vale tutto ciò che costa). In un certo senso, è un invito alla socialità. Oppure potrei riservare il tavolo per due e presentarmi da solo: ma in tal caso, dovrei prevedere una doppia ‘trattenuta provvisoria’ sulla carta di credito. Alla fine, però, pagherei solo ciò che consumo, quindi i 300 euro richiesti per il commensale immaginario finirebbero in cassa al ristorante, come previsto per ogni cliente che non si presenta. Dico solo: fermiamoci un attimo e ragioniamo. Andare in un tempio della cucina dev’essere così stressante e limitativo?

 

Immagine generata con IA.

 

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