Roma – Torna sotto i riflettori il tema delle recensioni online, e più precisamente della lotta alle false recensioni di prodotti o servizi, centrale all’interno del più ampio Disegno di legge sulle Piccole e medie imprese approvato a gennaio dal Consiglio dei ministri (leggi qui).
I correttivi presentati dai relatori Salvo Pogliese (Fratelli d’Italia) e Gianluca Cantalamessa (Lega) – e attualmente in esame presso la commissione Industria del Senato – eliminano infatti l’obbligatorietà, per il consumatore, di dimostrare la propria identità, prevista invece all’interno della prima versione. La modifica mira a recepire la disciplina europea sul diritto alla Privacy. Il cliente sarà quindi tenuto a dimostrare di aver usufruito di un prodotto o servizio, grazie allo scontrino o alla ricevuta, ma vedrà tutelato il proprio anonimato.
A subire modifiche potrebbero essere anche le disposizioni relative alla tempistica di pubblicazione della recensione per essere considerata attendibile: 90 giorni, a differenza degli iniziali 15. Inoltre, a vigilare non sarà più l’Agcom, ma l’Antitrust, che definirà linee guida in accordo con il Garante della privacy, il ministero del Turismo e l’Agcom, che condurrà un controllo annuale sull’applicazione della legge e sul fenomeno delle recensioni illegittime. La mancata osservanza delle linee guida potrebbe portare a sanzioni da milioni di euro o fino al 10% del fatturato annuale di un’azienda.
Un’altra modifica riguarda le associazioni che rappresentano le imprese di ristorazione e le strutture turistiche: potranno richiedere di essere riconosciute come ‘segnalatori attendibili’ per gli illeciti legati alle recensioni.
Per Alessandro Nucara di Federalberghi, come riporta Il Corriere, il rischio è che “le nuove norme vengano annacquate al punto da scendere anche sotto il livello di protezione attuale. “Proprio l’identificabilità è uno dei cardini di una politica sana di gestione del fenomeno”. A esprimersi sulla questione anche personalità del mondo della ristorazione, come lo chef Andrea Berton, secondo cui è “un controsenso che chi scrive non possa essere identificato. Va bene tutelare il diritto alla riservatezza, ma è corretto che chi fa un commento non utilizzi un profilo anonimo”. Aggiunge il maestro pasticcere Iginio Massari: “Chi fa un applauso o critica deve mostrare la faccia. Anche perché si possono spacciare degli scontrini altrui come propri. Stiamo giocando col fuoco”.