Roma – Non solo Sheraton e Majestic (leggi qua). Diversi hotel a Roma hanno dovuto mettere alla porta i propri lavoratori a causa del perdurare della crisi del turismo nelle città d’arte legata alla pandemia. E, secondo quanto riporta Roma Today, iniziano le proteste. proprio oggi, in occasione dell’incontro tra i sindacati e proprietà dello Sheraton, è previsto un presidio sotto la sede di Federalberghi.

 

“Le procedure di licenziamento dello Sheraton, del Cicerone e del Majestic qualificano la scelta imprenditoriale delle imprese che decidono di  scollinare la crisi pandemica con la solita ricetta che rischia di portare la nostra città, il nostro Paese, ad una crisi sociale con impatto devastante sui lavoratori del turismo: ossia licenziare”, afferma Roberta Valenti della Uiltucs, intervistata da Roma Today. “Qui si tratta di scegliere il proprio campo: rilanciare il turismo partendo dai lavoratori oppure sacrificarli. Le associazioni datoriali, in questo caso Federalberghi, non possono limitarsi ad accompagnare i propri associati in percorsi di espulsione del personale: l’appello  inviato al ministro del turismo da Federalberghi ove si chiede l’apertura di un tavolo di crisi, non può coesistere con il supporto alle aziende che licenziano”.

 

I sindacati chiedono che associazioni e istituzioni giochino un ruolo attivo per preservare l’occupazione dei lavoratori di Roma. Chef, facchini, receptionist, addetti alle camere… sono solo la punta dell’iceberg degli operatori del settore turistico romano (e non solo). Non bisogna infatti dimenticare guide, tour oeprator, taxisti, servizi al turismo, catering, e così via.