Quasi 8,5 milioni di turisti per la capitale lombarda nel 2023: mai viste così tante presenze in città, nemmeno nell’anno d’oro del 2019 pre-pandemia. E nel 2024 sono attesi almeno quattro grandi nuovi alberghi di lusso.

 

Tommaso Farina

 

“Nel 2023 a Milano sono arrivati un botto di turisti. Ma tanti eh. Tantissimi, mai così tanti”: un sito satirico (ma nemmeno poi tanto) come Il Milanese Imbruttito non poteva ‘bucare’ la notizia riportata da agenzie e quotidiani. A Milano l’anno scorso c’è stato il record storico di presenze turistiche. “Mai così tanti”, dicono al Milanese Imbruttito, e hanno ragione: l’annata appena passata ha visto arrivare nella capitale lombarda 8.487.200 turisti. Un numero senza precedenti: si parla di un milione in più rispetto al famoso 2019, ossia l’anno d’oro del turismo milanese. Fino a oggi. Se si allarga lo sguardo all’intera area metropolitana, il dato diventa ancora più ingente: 11,5 milioni di presenze.

 

Gli appassionati di statistica possono baloccarsi coi numeri resi pubblici dalla Questura milanese. Ogni mese Milano è stata visitata da mezzo milione di persone, con dei picchi in mesi come luglio 2023, quando in città hanno fatto capolino 871.418 presenze.

 

L’effetto pandemia, dopo tre anni, si può definire archiviato. Le quote del 2019 erano viste un po’ da tutti come l’obiettivo da raggiungere per mettere davvero la parola fine a un periodo di crisi forzata dalla mancanza di mobilità causata dall’emergenza medica. Per ‘tutti’, intendiamo gli operatori e gli attori del microcosmo turistico: ristoratori certamente, ma soprattutto albergatori. I prossimi tempi vedranno Milano, che pure è la città italiana più attrezzata al riguardo, dotarsi di nuovi avamposti votati al pernottamento extralusso: ci vengono in mente, tra i primi, il Soho House a Brera, il JK Place in via Borgospesso, il Rosewood in via Borgonuovo, il W Milan di Marriott in piazzetta Maurilio Bossi (allo sbocco di via Filodrammatici, dietro la Scala). In quest’ultimo, uno dei ristoranti sarà curato da Andrea Berton. E non parliamo dello storico Carlton di via Senato, in fase di restauro, e in predicato di riaprire nel 2025 sotto l’egida di Rocco Forte. Tutti questi nuovi alberghi si uniranno a una pattuglia di strutture d’alto prestigio che offre quasi 2mila stanze per i turisti che cercano una sistemazione di livello: del resto, si stima che, tra gli 8,5 milioni di gitanti arrivati l’anno scorso, almeno il 35% ricercasse questo genere di pernottamenti.

 

Un altro dato interessante, è quello della composizione dei nuclei familiari, ossia della tipologia dei viaggiatori. Il 44% di chi è venuto a Milano nel 2023 è rappresentato da viandanti solitari: ciò fa pensare che si tratti, per la maggior parte, di viaggiatori di lavoro e d’affari, e la cosa non stupisce, vista la vocazione della città. Non è neanche una percentuale così schiacciante, peraltro: il 38,5% ha fatto turismo con la sua famiglia. Certo, né tutti i trasfertisti professionali né tutte le famiglie hanno scelto albergazione e ristorazione di lusso, ma una simile massa critica fa bene a tutto il comparto turistico meneghino. In ogni caso, sembra proprio che l’hotellerie di prestigio non abbia difficoltà a riempire le stanze: “A Milano si contano una trentina di alberghi di lusso per oltre 2mila camere: il tasso di occupazione si aggira intorno al 70%, mentre il prezzo medio di una stanza vicino al Duomo è intorno ai 700 euro a notte, nelle altre zone sui 500 euro”, ha rivelato al Corriere della Sera Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano. Che ricorda come nel 2023 le nuove aperture e gli ampliamenti hanno regalato 700 camere in più agli hotel quattro e cinque stelle della città. E per fortuna, visto l’aumento del turismo.

 

Ora, l’obiettivo non dichiarato è quello dei 10 milioni di visitatori. Una chimera? Mica tanto. Stiamo a vedere.

 

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