Milano -Il settore hospitality italiano è resiliente. In particolare, nonostante gli effetti delle chiusure sul turismo, per gli hotel di lusso i valori sono stati decisamente stabili rispetto al periodo pre-emergenziale, e in alcuni casi sono stati osservati perfino degli incrementi. E questo grazie alla domanda costante e al consistente pregio degli immobili. Alcuni hotel a quattro e cinque stelle, addirittura, hanno approfittato delle chiusure per la ristrutturazione e riconversione delle strutture. Questo lo scenario emerso dal nuovo Rapporto sul patrimonio immobiliare alberghiero, realizzato dal dipartimento di ricerca di Wcg – World Capital Group insieme a Pkf Hotelexperts hospitality group, in collaborazione con Nomisma, Rics, Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

 

Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare alberghiero suddiviso per ogni cluster, dal rapporto emerge che il segmento città registra un valore pari a 36 miliardi di euro, in piena stabilità rispetto al periodo pre pandemia. Roma, con un patrimonio immobiliare alberghiero di circa 12,8 miliardi di euro si è posizionata al primo posto, seguita da Milano (circa 7 miliardi), Venezia (circa 6 miliardi) e Firenze (circa 3,4 miliardi). Il cluster montagna, invece, registra un valore totale pari a 3 mld €, in forte diminuzione rispetto al periodo pre pandemica: -19%.