La manifestazione gastronomica fiorentina, sulla breccia dal 2006, presenta la sua prossima edizione, dedicata al True Food, il cibo vero. Attese 750 aziende produttrici e almeno un migliaio di buyer. Ospiti speciali Bottura, Romito e Alajmo nella veste inedita di artigiani del gusto.
di Tommaso Farina
E così, ridendo e scherzando, sono passati vent’anni: da quel 2006, quando la fiorentina Stazione Leopolda ospitò la prima edizione di Taste, di acqua sotto il Ponte Vecchio ne è passata parecchia. In vent’anni, può cambiare il mondo. E il mondo di oggi è proprio molto diverso. Taste però c’è ancora, pur essendo nel 2026 anche lei abbastanza differente da quella di allora.
Il salotto gastronomico per appassionati è diventato un evento capace di attirare 12.300 visitatori, dei quali moltissimi professionali: la fiera fiorentina, col tempo, ha sempre più potenziato il suo carattere attrattivo per buyer e operatori, ma gli organizzatori hanno avuto la lungimiranza di non tradirne la vocazione originaria, guardandosi bene dall’abolire le giornate riservate al pubblico generalista. La prossima edizione avrà dunque luogo dal 7 al 9 febbraio 2006, alla Fortezza da Basso, il luogo dove la manifestazione si è trasferita nel 2022, dopo molti anni alla Leopolda. Sono attesi almeno 750 produttori dell’eccellenza gastronomica italica, con molte new entry a impreziosire un paniere decisamente nutrito.

Da sinistra: Francesca Tacconi, Vanina Viani, Vanni Marchioni, Daria Vagelli, Davide Paolini
Il tema scelto per Taste 2026 sarà ‘True Food’: cibo vero, in un mondo dove i falsi e le artefazioni sono all’ordine del giorno. Lo spiega Francesca Tacconi, coordinatrice degli eventi speciali di Pitti Immagine, a cui è demandata l’organizzazione: “L’obiettivo è quello di mostrare i cibi non come fossero ‘in posa’, ma per come sono davvero, senza trucchi. Per farlo, abbiamo scelto il mezzo della fotografia, che ha immortalato anche cibi umili con le loro imperfezioni, pronti per essere affettati, sgranocchiati, addentati, sgusciati”. Le foto sono state catturate dall’obiettivo della francese Eve Racine, fotografa specializzata in moda, con la direzione artistica di Francesca Sarti.
Le novità più pratiche? Cambia l’ingresso della manifestazione: i visitatori del 2026 entreranno da Porta Santa Maria Novella, e s’imbatteranno subito nel Padiglione delle Ghiaie, punto d’incontro per conferenze ed eventi. In secondo luogo, in questa edizione il percorso da seguire, anzi il layout, non sarà più obbligato, e i buyer potranno circolare liberamente all’interno della Fortezza.
Restano gli ormai proverbiali appuntamenti coi Ring, ossia i dibattiti lanciati da Davide Paolini, il giornalista che vent’anni fa inventò la fiera. Quest’anno sono previsti, salvo complicazioni, tre ospiti d’eccezione: Massimo Bottura, Niko Romito e Max Alajmo. Il terzetto di cuochi sarà lì in veste inedita: non ricopriranno il ruolo di chef, bensì quello di produttori di cose buone, campo in cui si sono cimentati di recente. Tra gli altri argomenti proposti, anche la rivoluzione qualitativa del pane e il boom del panettone, dolce ormai non più solo natalizio. I Taste Talk seguiranno invece il canovaccio di base del ‘True Food’, che verrà sviscerato attraverso numerose declinazioni: ad esempio, approfondimenti sul vasto campo delle fermentazioni vegetali in cucina, oggi sulla cresta dell’onda.
In ogni caso, la fiera è in continua crescita. Secondo Daria Vagelli, lifestyle manager di Pitti Immagine, la Taste è in piena espansione: “Siamo passati in due anni da 6mila buyer a 8.500, di cui un migliaio stranieri. Nelle ultime due edizioni siamo cresciuti entrambe le volte del 19%, il 24% se guardiamo all’estero. Risultato ancora più ragguardevole se si pensa che non sempre lo stesso buyer frequenta un evento food per due volte di fila”.
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Raffaello Napoleone
In occasione della presentazione, siamo riusciti a scambiare qualche parola con Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine.
True Food, ossia cibo vero: in che senso lo intendete?
Ciò che i nostri buyer troveranno a Taste: come sempre ci focalizziamo non solo sul prodotto in sé, ma anche sulle persone e sui territori. Nel 2026 abbiamo deciso di andare all’essenza di ciò che ci nutre: lo faremo attraverso gli espositori, certo, ma anche con gli approfondimenti che ci faranno riflettere.
La novità più dirompente?
Vorrei dire, per paradosso, che non parlerei di una sola novità, ma di tutta la manifestazione nel suo insieme. Quello che è previsto in Fortezza è molto: I Ring, gli interventi di Davide con il coinvolgimento dei grandi chef italiani, i temi che di volta in volta verranno presentati: un po’ tutto aggiunge valore a una manifestazione che è attenta alle unicità.
Cosa vi aspettate da Taste 2026?
Io sicuramente scommetto su un aumento delle presenze dei compratori internazionali, campo su cui stiamo molto lavorando e che è una garanzia importante per i produttori, che sono davvero artigianali. Per loro, uno sbocco su mercati nazionali ed esteri può essere determinante.
