Roma – Dopo il via libera alla riapertura di locali e ristoranti, solo un terzo delle attività ha scelto di alzare le saracinesche. Numerosi chef stellati, da Heinz Beck a Massimo Bottura, hanno scelto di rimandare l’apertura. Per questo motivo, e perché molti sono ancora in smart working, il calo dei consumi, secondo le ultime stime di Coldiretti, è stato vicino all’80%. A farne le spese sono, primi fra tutti, i dipendenti, come riporta oggi Il Sole 24 Ore: circa 400mila persone sono ancora a casa, quattro su dieci degli impiegati nel settore. Numerose le difficoltà con cui devono confrontarsi i ristoratori. A partire dai protocolli di sicurezza per accelerare i tempi della riapertura. L’acquisto dei Dpi, inoltre, e la sanificazione degli ambienti rappresentano un costo extra compreso fra i 3mila e i 4mila euro. Grava, infine, l’assenza delle misure annunciate dal Governo. Da un’indagine realizzata dal quotidiano, “i dipendenti in cassa integrazione non hanno ancora ricevuto lo stipendio di marzo. C’è chi ha fatto smaltire le ferie arretrate e poi ha utilizzato al minimo l’ammortizzatore sociale. […] Tutti i ristoratori della Penisola hanno perso molto, moltissimo e fanno i conti con incassi decimati dalla pandemia. Perché non basta riaprire perché i costi fissi, aumentati nella fase 2, falcidiano ogni possibilità di chiudere in utile l’esercizio in corso. In altre parole per salvare la ristorazione serviranno misure straordinarie”.