Roma – La crisi per gli alberghi non è finita. “I dati Istat sul fatturato dei servizi delle aziende ricettive fotografano una realtà tragica, che è sotto gli occhi di tutti, anche se molti si ostinano a rivolgere lo sguardo altrove, illudendosi che l’andamento favorevole della domanda italiana durante la seconda parte dell’estate sia stato sufficiente a compensare due anni di carestia”. Sono le parole con cui Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, commenta i dati diffusi a fine novembre dall’Istituto nazionale di statistica.

 

Dai numeri risulta che, nei primi nove mesi dell’anno, si è assistito a una calo del 35,8% del fatturato dei servizi di alloggio rispetto al corrispondente periodo nel 2019: la perdita si aggira intorno ai 10 miliardi di euro. In due anni, la perdita complessiva per il settore è stata di circa 24 miliardi di euro. A soffrire maggiormente sono gli alberghi che si rivolgono al mercato estero. Ma lavorano a scartamento ridotto anche strutture per meeting e congressi.

 

“Nei giorni scorsi”, segnala il presidente degli albergatori, “il Governo è rimasto sordo alle nostre legittime aspettative e ha rigettato gli emendamenti al decreto fiscale che propongono di lenire le sofferenze delle strutture turistico ricettive prorogando l’esonero dal pagamento dell’Imu e del credito d’imposta sugli affitti per le imprese che versano in maggiori difficoltà”.