Dalla ristorazione, nei primi tempi della riapertura, arrivano segnali confortanti: tanti clienti, molte prenotazioni. E per Confimprese la situazione è destinata a migliorare nei prossimi mesi, tanto per i locali quanto per il Paese.

 

di Tommaso Farina

 

Mai ritirarsi, mai arrendersi. Dopo un intero anno di cattività, intervallato da qualche periodo di libertà vigilata, gli italiani sembrano voler tornare a vivere, a rilassarsi, a divertirsi. E del vero vivere, che non è un semplice sopravvivere, l’andare al ristorante costituisce un elemento determinante. La ristorazione, fin dalla sua riapertura, prima solo a pranzo e su tavolini esterni, poi ovunque, ha dato grandi segni di vitalità, per assecondare i desiderata di una clientela che di tapparsi in casa non ha giustamente più alcuna intenzione.

 

Lo testimonia anche, tra le altre cose, una rilevazione fatta da Global Strategy per conto di Confimprese. L’indagine, battezzata ‘Ristorazione, previsioni future e strategie post-Covid’ ha coinvolto parecchie attività del settore. Responso? Da quello che si vede già adesso, sembra quasi roseo: gli operatori della ristorazione prevedono una forte ripresa economica per i prossimi quattro mesi (giugno-settembre) con un incremento del +19% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’indagine si è svolta principalmente su aziende della ristorazione non servita (42%), ristorazione servita (23%), caffetterie (23%) e gelaterie (12%) con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Le maggiori occasioni di consumo si registrano tra pranzo e cena (50%), seguono colazione (31%) e aperitivo (27%). Non solo: emerge anche una certa volontà di osare, con nuove aperture, spesso in centri commerciali.

 

Che non sta nei suddetti centri commerciali, comunque, ultimamente non può lamentarsi delle affluenze, e semmai si preoccupa per le difficoltà nel trovare personale da assumere per far fronte alla nuova situazione. Negli ultimi mesi, siamo riusciti a visitare numerosi ristoranti, in Lombardia e fuori. Uno di essi, protagonista anche nel settore della banchettistica e dunque particolarmente martoriato dalle varie chiusure coatte (la proprietaria firmò addirittura un appello al Governo), a pranzo in un giorno feriale, era pressoché strapieno: cosa che in altri momenti storici, nel medesimo locale, non avevamo mai riscontrato. Si sono rivisti perfino gli imprenditori che portano a mangiare i clienti, altro tipo d’appuntamento piuttosto sacrificato a causa degli eventi dell’ultimo anno.

 

Un’eccellente trattoria milanese dalle parti di San Siro, celebre per la sua cucina locale ottimamente rivisitata, ha inaugurato uno spazio esterno realmente accogliente, non la solita replica di vagone ferroviario coi tavoli incollati e un affollamento da colonia di pinguini. Del resto, l’emergenza Covid ha imposto un distanziamento di tavoli laddove fossero troppo vicini, con oggettivo miglioramento dell’esperienza del cliente: la trattoria in questione però non aveva mai imposto di mangiare gomito a gomito, neanche prima. E ora, col déhors, ha ripreso ad accogliere una gran copia di avventori famelici e desiderosi di risotto e cotoletta.

 

Un altro ristorante, anch’esso di Milano ma dedito alla cucina sarda, e situato in periferia, alla Bicocca, visitato quando già si poteva mangiare dentro, ossia dopo il 1° giugno, in una normale serata infrasettimanale aveva fior di prenotazioni. Il ristorante in questione ha una clientela di habitué, che l’hanno scoperto col passaparola e non tramite campagne pubblicitarie e sponsor-post su Facebook, dov’è presente ma con molta discrezione: eppure, la gente c’era, e ne aspettavano non poca.

 

E il nuovissimo locale sul lago di Oggiono (Lecco), di cui parleremo sul prossimo numero di Luxury Food & Beverage? I gestori hanno voluto trasformarlo in un punto attrattivo addirittura per turismo internazionale. E non si pensi a una stranezza: un mercoledì sera, nel parcheggio di questo posto, che è anche albergo extralusso e si fregia della cucina di uno chef stellato, che sovrintende anche a un bistrot ambientato in una magnifica terrazza sul lago, c’erano berline russe, suv del Lussemburgo e Mercedes svizzere. Fronte lago, tanta gente a prendere l’aperitivo, per poi godersi una cenetta intima all’aria aperta e con un paesaggio d’eccezione.

 

Signori, è il momento della grande riscossa. Anche i produttori di vino, accorsi alla Preview del Vinitaly Special Edition svoltasi a Verona lo scorso 20 giugno, l’hanno detto: la crisi non è strutturale, alla fine del momentaccio ci sarà l’esplosione. E Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese, non proprio un estraneo, ha lanciato messaggi di speranza: “Gli indicatori economici, compresa Bankitalia, stimano un Pil dell’Italia in forte crescita nel 2021, tra il 4,9% e il 5. È una boccata d’ossigeno che si riflette anche sulla ripresa dei consumi e intercetta la voglia di ritorno alla normalità degli italiani”. Dunque, ora che l’ossigeno c’è, la cosa più intelligente da fare è solo una: respirarlo.