È stata presentata ieri l’edizione 2026 della Guida Michelin Italia. Seppur poco generosa nelle assegnazioni, offre una quadro di una ristorazione orientata al futuro. Ottiene il terzo macaron La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti. Perde il riconoscimento Casa Vissani.
di Elisa Tonussi
Sono 341 i ristoranti una Stella Michelin in Italia, 38 i bistellati e 15 i tristellati. Questi i numeri dell’edizione 2026 della Guida Michelin, che è stata presentata nella tarda mattinata di ieri, con una cerimonia che si è svolta al Teatro Regio di Parma. Sono solo 22, quest’anno, le novità monostellate e due i promossi a due Stelle. Mentre al gotha dei tristellati – tutti quanti confermati dalla precedente edizione – si aggiunge La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti a Serralunga d’Alba (Cn). L’edizione 2026 della Guida Michelin non si rivela dunque generosissima nelle assegnazioni. Mostra, però, un quadro certamente interessante della ristorazione italiana, orientata al futuro, varia e per niente noiosa.
Ma andiamo con ordine. La promozione di Michelangelo Mammoliti, alla guida da appena un paio d’anni del ristorante La Rei Natura, proposta gastronomia de Il Boscareto Resort della famiglia Dogliani, nelle Langhe, giunge piuttosto inatteso, ma non immeritato. La Guida Michelin giudica, infatti, con queste parole la cucina di Mammoliti: “Il ristorante guidato da Michelangelo offre un’esperienza gastronomica che è pura precisione e poesia. Ogni piatto, curato con rigore millimetrico, racconta una storia che celebra la materia prima, esaltata da accostamenti audaci e armoniosi. L’ospite e il prodotto sono il cuore pulsante di un percorso che avvolge i sensi in maniera totalizzante. La cucina di Michelangelo non si limita a soddisfare il palato, lo sublima, trasformando ogni assaggio in un viaggio emozionale indimenticabile”. In effetti, Mammoliti, classe 1985, già si era distinto con l’ottenimento della prima Stella Michelin al ristorante La Madernassa (Guarene, Cn) nel 2016 e con la seconda nel 2019. Successo bissato nel 2023, quando ha consentito a La Rei Natura di ottenere la seconda Stella Michelin a pochi mesi dal suo arrivo alla guida delle cucine.
Uno degli aspetti più interessanti della Guida Michelin 2026, però, riguarda la nutrita presenza di ristoranti neostellati affidati a chef under 35: sono ben 8 su 22. È un segnale positivo per un settore che, da tempo, soffre la mancanza di personale e di giovani che vogliano impegnarsi nella ristorazione. Merita una particolare menzione Mattia Pecis, che è stato premiato anche con lo Young Chef Award. Classe 1996, è stato allievo di Carlo Cracco, che gli ha affidato le cucine di Cracco Portofino. Non una sorpresa l’assegnazione della Stella Michelin, ma una conferma del suo notevole percorso di crescita, che lo ha visto passare anche dalle cucine di Norbert Niederkofler, maestro di molte nuove rivelazioni, tra cui Michele Lazzarini della Contrada Bricconi. Non ha sorpreso nemmeno la Stella assegnata a Jacopo Ticchi, 31 anni, che al ristorante riminese Da Lucio svolge da tempo un lavoro molto interessante sulla frollatura del pesce dell’Adriatico, che gli consente una cucina senza fronzoli, immediata e originale, eppure locale.
Tra i nuovi stellati occorre citare anche Gian Marco Bianchi. Una crescita meno chiacchierata la sua: 40 anni e un curriculum che lo ha visto a zonzo nelle cucine stellate di tutto il mondo, tra cui, tanto per citarne una, quella di Daniel Humm all’Eleven Madison Park di New York. Nel 2022 Bianchi è approdato al Ristorante Acquolina, due Stelle Michelin a Roma, come executive sous chef. Poi l’opportunità come executive al Madrigale di Tivoli (Rm) nel 2025, dove, in pochi mesi, ha ottenuto la doppietta: una Stella Michelin e il titolo di Best Opening of the Year.
Poche le novità sul fronte dei bistellati con due promozioni. Quella de I Tenerumi, il ristorante del Therasia Resort sull’Isola di Vulcano affidato a Davide Guidara, è forse la più interessante: è un ulteriore segnale del fatto che si può fare alta cucina con soli ingredienti vegetali. Insieme a I Tenerumi ha ottenuto la seconda Stella Michelin anche Famiglia Rana, il locale a Oppeano (Vr) della famiglia di imprenditori della pasta fresca, con lo chef Francesco Sodano alla guida delle cucine.
Chi sono, invece, i ‘delusi’ della Guida Michelin 2026? Ancora una volta, il ristorante Lido 84 di Riccardo Camanini, molto stimato dai colleghi e a lungo riconosciuto nella 50 Best Restaurants, è rimasto a bocca asciutta. Qualcuno, tra gli addetti ai lavori, ritiene che sia meritevole di un macaron anche Eugenio Boer, dal 2018 titolare di [bu:r], a Milano, dopo aver lasciato Essenza a due settimane dalla conquista della prima Stella. Ma pure lo chef italo-olandese non è stato accontentato. Antonio Guida, invece, già due Stelle Michelin al ristorante Seta all’interno dell’hotel Mandarin Oriental a Milano, era considerato tra i più papabili per ottenere la terza Stella Michelin. Impossibile non citare Gianfranco Vissani tra i delusi di quest’anno: Casa Vissani, il locale dello chef umbro, colonna portante della ristorazione italiana, oggi nelle mani del figlio Luca, ha perso la Stella Michelin. Allo stesso modo, ha perso il riconoscimento, dopo ben 66 anni, anche Arnaldo – Clinica Gastronomica, storico indirizzo di cucina emiliana.
Non solo premi. Nel corso della cerimonia di premiazione è stata espressa vicinanza alla chef Antonia Klugmann, titolare del ristorante L’Argine a Vencò a Dolegna del Collio (Go), in questi giorni vittima delle alluvioni che hanno colpito il Friuli-Venezia Giulia. Mentre Ivana Caprato, premiata con il Michelin Sommelier Award, ha dedicato il riconoscimento a Mara Severini, deceduta pochi mesi fa nel crollo del tetto del ristorante Essenza, a Terracina (Lt), dove lavorava come sommelier. Sono piccoli gesti che ricordano che, nella ristorazione, i riconoscimenti contano. Ma le persone contano ancora di più.
