Lo chef vicentino ha accettato di curare il ristorante e l’offerta food & beverage del nuovo Hotel Corinthia in piazza del Parlamento: un altro passo della Capitale nella costruzione di un parterre alberghiero di lusso degno delle grandi metropoli mondiali.
Tommaso Farina
È inevitabile: quando Carlo Cracco fa qualcosa, se ne parla immediatamente. La popolarità dello chef vicentino ha da tempo travalicato il semplice orticello degli appassionati frequentatori di ristoranti, dunque l’ultima notizia che lo riguarda ha avuto l’eco di un vero e proprio boàtos: Cracco sbarca a Roma. Sissignori: l’etereo divo, a suo tempo autore di veri classici memorabili come la fenomenale insalata russa caramellata, metterà la bandierina in una cucina della Città Eterna.
Si tratta, naturalmente, di un’ottima notizia per una Roma che nell’ultimo quindicennio è cresciuta esponenzialmente sul piano gastronomico. Ma, in realtà, l’arrivo di Carlo Cracco è il corollario di una notizia anche migliore. Già: il ristorante di cui Cracco si occuperà farà parte del nuovissimo Hotel Corinthia. Ossia, uno dei nuovi alberghi di lusso che arricchiranno l’offerta turistica capitolina nei mesi a venire. Tutti, ma proprio tutti, dicono che Roma è stupenda, inimitabile, irripetibile: il suo difetto è la relativa carenza di albergazione di livello mondiale, oltre a quei quattro-cinque nomi stabiliti da tanto tempo. L’ondata di nuovi hotel lussuosi, fin dall’inizio del 2023, è stata dunque salutata da un plauso unanime. E questo Corinthia pare una novità particolarmente succosa.
Corinthia Hotels è un gruppo nientemeno che maltese, ma già in grado di costruire indirizzi di assoluto valore in tutto il mondo. La loro sfida romana, che nelle previsioni verrà coronata dall’apertura della struttura nei prossimi mesi, è quella di trasformare in hotel prestigioso l’augusta sede della Banca Centrale Italiana. Sì, proprio quella lì, quella in piazza del Parlamento. Come dire, il centro del centro di Roma. In questo caso, l’azienda alberghiera ha giocato di concerto con Reuben Brothers, un fondo d’investimento britannico che nel 2019 ha comprato i 7.500 metri quadri dell’illustre palazzo. Tanto per chiarire quale sarà il livello dell’offerta, per i fuochi del ristorante è stato chiamato Carlo Cracco. In un’intervista concessa a Repubblica, il nostro protagonista si è dichiarato attratto dalla sfida in gioco: “È una grande opportunità per me, ma lo è anche per tutto il mondo della ristorazione. È la testimonianza migliore di come sia ripartito il turismo dopo gli anni del Covid. L’ho vissuto negli ultimi due anni a Milano: mai avevo visto così tanti turisti, soprattutto stranieri. Roma ha una vocazione turistica naturale ed è il momento giusto per la Capitale di assicurarsi un nuovo futuro, alzando il livello della proposta qualitativa”. Cracco ha anche rivelato cos’ha in mente: “Sarà uno spazio aperto a tutti pur essendo all’interno di un hotel cinque stelle lusso, non solo un ristorante. Voglio ripetere la formula della Galleria a Milano, un servizio che comincia alla mattina e finisce alla sera tardi”. Lo staff cracchiano, difatti, prenderà in carico anche il comparto colazione e bar, per un’offerta a tutto campo.
Divertenti, ma anche istruttive, le reazioni dei soliti social. “Bene…. Ora so dove non andare!”, “Gli auguro una visita dei Nas al giorno”, “N’antra sola…!”, “Meglio una fraschetta ad Ariccia”. Che vogliamo farci: la democrazia sancisce anche il diritto di scrivere cose gratuite e senza senso. Perché poi i Nas, lo sa solo il buon Dio… Forse Cracco ha pestato la coda del loro gatto e la notizia è passata inosservata… Come che sia, sarà interessante vedere gli sviluppi di questo nuovo Cracco romano.
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