Washington (Stati Uniti) – Migliaia di operatori del settore alberghiero, domenica mattina, hanno avviato uno sciopero in diverse città degli Stati Uniti. Secondo quanto si apprende dal Washington Post, la protesta durerà tre giorni e coinvolge oltre 10mila dipendenti principalmente di Hilton, Marriott e Hyatt nelle città di San Francisco, San Jose, Honolulu, Kauai, Boston, Seattle e Greenwich. Nel corso della giornata odierna, le proteste potrebbero estendersi ad altre città, come New Haven, Baltimora e Oakland.

 

Unite Here, sindacato di settore, che riunisce per lo più donne e persone di colore, ha fatto sapere che i suoi associati chiedono paghe più alte, minori carichi di lavoro e ampliamenti degli staff. Ha inoltre accusato le insegne alberghiere di aver sfruttato i lockdown dell’epoca Covid come pretesto per tagliare i costi riducendo il personale e sospendendo alcuni servizi per gli ospiti. Di conseguenza, secondo il sindacato, i gruppi dell’ospitalità avrebbero visto ridursi i propri fatturati e opportunità di lavoro. Per i lavoratori rimasti le condizioni di lavoro sarebbero dunque peggiorate.

 

Intanto, un portavoce di Hyatt ha fatto sapere che il gruppo è aperto a negoziare. Mentre da Marriott non sono state rilasciate dichiarazioni.

 

Nel mese di agosto, oltre 15mila iscritti al sindacato hanno votato per autorizzare gli scioperi. Potrebbe quindi prendere il via la più grande protesta del settore alberghiero nella storia degli Stati Uniti.

 

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PH: immagine generata con IA