Roma – Raddoppiano le tasse di soggiorno nelle località turistiche e aumentano gli sgravi per bar e ristoranti. Con l’avvento della nuova stagione invernale, il governo prende i primi provvedimenti fiscali a tutela del turismo. Nel 2023, sono in arrivo contributi da 30 milioni per gli impianti sciistici di risalita, mance detassate per il personale e, soprattutto, un intervento sull’energia che alza il credito d’imposta dal 30 al 35% per le bollette di bar e ristoranti, se l’importo pagato è superiore al 30% rispetto al 2019.

 

Una problematica riguarda però una proposta del Pd passata alla Camera, ma non ancora al Senato. Nei comuni-capoluogo in cui i flussi turistici sono ‘superiori a 20 volte i residenti’ infatti, è stata ideata un’imposta di soggiorno raddoppiata, che raggiunge i 10 euro. Una proposta che non ha fatto particolarmente piacere a Federalberghi, che già da tempo preme per sostituirla con un’imposta di scopo che permetta di utilizzare i fondi per riqualificare le strutture alberghiere.

 

Le strategie del governo rientrano in una manovra di Bilancio in cui, inoltre, spunta un fondo ’Piccoli Comuni a vocazione turistica’ con una dotazione di 10 milioni per il 2023 e di 12 milioni per il 2024 e 2025. Lo scopo: incentivare interventi innovativi di rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale. Dopo due anni di pendemia però, l’esigenza più sentita dai gestori di bar, alberghi e ristoranti è ottenere l’allungamento degli spazi pubblici con i dehors, da estendere senza autorizzazione, almeno fino a giugno 2023.

 

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