Milano – Sant’Ambroeus, è guerra: una storica pasticceria di Milano e una trattoria di Bergamo, entrambe battezzate come il dottore della Chiesa (Sant’Ambrogio, ‘Ambroeus’ in dialetto lombardo), si contendono la possibilità di utilizzare il nome. A essere precisi, la trattoria non è dedicata al santo, ma riprende il nome dello storico fondatore Franco Santambrogio, che l’ha aperta nel 1994. Tuttavia la pasticceria milanese, aperta nel 1936, ha voluto citarla in giudizio.

 

Come riporta Repubblica, i due titolari della trattoria Sant’Ambroeus, Stefano Canziani e Samuel Perico, iniziarono a lavorare con Santambrogio come dipendenti, poi decisero di condurre il ristorante come soci lavoratori. “A quel nome teniamo, perché è un omaggio al nostro maestro, scomparso nel 2018”, spiegano. Canziani, in particolare, ha affermato: “Noi rimaniamo fiduciosi, siamo convinti di non dar fastidio a nessuno e abbiamo anche invitato a pranzo la controparte”.

 

Per quanto riguarda la pasticceria Sant’Ambroeus, l’insegna è stata acquisita da Sa Hospitality Group (Sahg) di New York nel 2021 (leggi qui), aprendosi al panorama internazionale e avviando un’attività di ristorazione. La cucina del Sant Ambroeus milanese è oggi sovrintesa dallo chef Walter Casiraghi, con Iacopo Falai nel ruolo di direttore culinario. In merito alla vicenda, il gruppo chiarisce la sua posizione con una nota: “Sahg, proprietaria del Sant Ambroeus di Milano, sin dal 1950 è legittima titolare di validi marchi registrati relativi al nome ‘Sant Ambroeus’ e sta semplicemente esercitando i propri diritti di tutela del marchio storico e rinomato ‘Sant Ambroeus’”. Sahg ha precisato anche che “per quanto attiva dalla metà degli anni ‘90, la trattoria Sant Ambroeus non ha alcun marchio registrato”. Inoltre ci sarebbe stato, su iniziativa di Sahg, “un lungo confronto tra le parti al fine di risolvere in via amichevole la questione relativa al marchio. Non essendo stato possibile giungere ad un accordo, Sahg si è vista costretta a tutelare i propri legittimi diritti e a instaurare un contenzioso dinnanzi al Tribunale di Brescia del quale attende con serenità e fiducia la sentenza”.