Ravenna – Tre persone avrebbero utilizzato il marchio registrato di Antonino Cannavacciuolo in occasione dell’avvio di un ristorante a Marina di Ravenna, tra il settembre 2018 e il dicembre 2019. Sono dunque finite a giudizio per violazione dell’articolo 473 del codice penale sulla contraffazione di marchi e brevetti. I tre imputati sono stati indicati come amministratori di diritto o di fatto della società bresciana legata alla gestione del locale, secondo quanto riporta Ansa.
A denunciare il fatto ai carabinieri di Orta San Giulio (No) sarebbe stato lo stesso Antonino Cannavacciuolo, avvisato in merito alla circolazione di un volantino del locale riportante un menù di pesce e crudité che risultava da lui stesso curato. Era pure apparso un camion vela con una gigantografia dello chef accostata al nome del ristorante. Lo chef avrebbe dunque proceduto chiedendo in forma anonima alcune informazioni al ristorante ravennate.
Una dei tre imputatati, interpellata dai carabinieri di Marina di Ravenna coordinati dal Pm Marilù Gattelli, ha affermato di avere ricevuto quel menù da Cannavacciulo stesso nel 2016, durante il programma ‘Cucine da incubo’, quando lei gestiva un ristorante a Suzzara (Mantova). Ansa riporta che la donna avrebbe dichiarato di aver pensato che si potesse usare per fare pubblicità.
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