Lo chef Davide Caranchini ha fatto credere che avrebbe chiuso il suo ristorante stellato di Cernobbio, nel comasco. Invece no: era solo un arrivederci, per ritrovarsi in una sala più ampia. Il vero cambiamento nel menù sarà quello della prossima stagione.

 

di Tommaso Farina

 

“Materia chiude”. Il pubblico di Facebook, lo scorso 1° giugno, sulla pagina ufficiale del ristorante che il concretissimo Davide Caranchini manda avanti a Cernobbio (Como) con tanto di stella Michelin, si è visto recapitare questo brusco avviso, a base di lettere in stampatello nero su un paradossale sfondo arancione. “Un altro ristorante meritevole ammazzato dalla crisi?”, ci si è chiesti un po’ tutti. Continuano le parole, in un carosello di immagini: “Domenica 15 luglio effettueremo l’ultimo servizio al ristorante”. Perché? “La motivazione di questa scelta è difficile da spiegare…”, seguita dall’invito a conoscerla su Instagram. Una comunicazione stuzzicante, teatrale, fatta di continui cliffhanger, che sarebbero quei momenti in cui la puntata di un telefilm si chiude senza far sapere quello che c’è dopo, alimentando dunque l’attesa dell’episodio successivo. A ben vedere, si tratta di una caratteristica riferibile anche alla stessa cucina di Davide Caranchini: ti lascia in sospeso, con il desiderio di scoprire quello che saprà inventare alla prossima cena. Alla fine, il motivo non era tanto difficile da raccontare: ci voleva un posto più arioso. E infatti, a partire dal 1° agosto, Materia si è spostato di poche centinaia di metri, in una zona lievemente più comoda, il parcheggio più agevole (e lo sarà ancora di più, quando il Comune di Cernobbio, o chi per esso, risolverà il problema dei parcometri che non amano le carte di credito) e soprattutto una sala più ariosa, spaziosa, soddisfacente. In realtà, è Davide stesso a spiegarci come in fondo nessuno pensasse a una chiusura definitiva, visti i continui successi di pubblico e di critica che il suo piccolo regno ha ottenuto nel corso del tempo. Dopo una visita in cui, pagando il conto, ci siamo concessi il menù degustazione da cinque portate con un bicchiere di magnifico Riesling Falkenstein 2022, abbiamo scambiato qualche parola.

 

Allora: nuova location e nuovo corso per il Materia. Qualcuno ha pensato che stavate chiudendo per sempre, ma i più avveduti se lo sono detto subito: in realtà c’è qualcosa che bolle in pentola…
In realtà questo cambiamento era una necessità per noi, non era un mistero per nessuno. Siamo stati al nostro storico indirizzo per quasi otto anni, iniziava a starci stretto. Era tutto un po’ piccolo: non soltanto lo spazio della sala per i clienti, ma anche quello che i clienti non vedono, cioè la cucina, lo spazio dove lavoriamo. I più attenti comunque c’erano già arrivati.

 

E come gliel’avete fatto capire?
Abbiamo disseminato la nostra comunicazione di indizi. In effetti ci stavamo lavorando da un anno, non serviva certo tenerlo nascosto. Anche l’ultimo menù che abbiamo servito in via Cinque Giornate, ‘The Last Dance’, faceva intendere che non fosse proprio un ultimissimo ballo, ma una sorta di arrivederci, di rimando a qualcosa di nuovo che si sarebbe visto più avanti. I lavori sono proseguiti fino ad arrivare al 1° agosto, giorno dell’apertura nella nuova sede.

 

Il pubblico come ha reagito?
I clienti affezionati si sono rivisti. Stanno tornando un po’ tutti, proprio adesso. Avendo aperto ad agosto, una buona percentuale della nostra clientela locale, quella diciamo storica, era in ferie un po’ dappertutto, e abbiamo dovuto aspettare. Intanto, tanto riscontro da parte di turisti stranieri, ma per l’appunto stanno ritornando anche tutti gli altri, che si ritrovano un contesto abbastanza diverso rispetto a quello che conoscevano già.

 

Avete già concepito qualche piatto per suggellare il gran cambiamento?
Devo essere sincero: ancora no, o almeno non per quello che concerne la carta che si trova al ristorante in questo preciso momento. Il trasloco è stata una fase abbastanza impegnativa, non abbiamo avuto molto tempo da dedicare alla parte creativa, diciamo così. Il ‘vero’ menù del nuovo locale sarà quello della stagione autunnale, quello che proporremo a partire dalla seconda metà di ottobre. Abbiamo riaperto, mantenendo gli stessi piatti, almeno per adesso. Rimarrà ancora per un po’ il menù Last Dance, ma non per molto.

 

Ciò che non cambia è lo staff, giusto?
Lo staff è sempre lo stesso: io in cucina coi miei sei collaboratori, e in sala Ambra e Luca come al solito, con l’aggiunta di Elisa, il nostro nuovo acquisto, che all’epoca della scuola, negli anni scorsi, ha fatto alcuni stage, e ora è assunta in pianta stabile. Morale della favola: siamo sempre noi, solo spostati di qualche centinaio di metri e con un bel po’ di spazio in più, sia tra i tavoli che tra i fornelli.