La cerimonia di presentazione della Guida Michelin 2022 si è svolta in forma virtuale. Presenti solo gli chef: sono 33 i nuovi ad aggiudicarsi un macaron. Due le primizie tra i bistellati. Un riconoscimento anche a chi ha curato sostenibilità e stagionalità.

 

di Tommaso Farina

 

Era la presentazione più attesa. Si può discuterla finché si vuole, come del resto ogni cosa di questo e di altri mondi della nostra umanità, ma la Guida Michelin è tuttora un’icona dai ristoratori che hanno la fortuna di essere lì segnalati: una citazione sulla Rossa equivale a essere tuttora notati da tanti viaggiatori che si fidano della primissima guida della ristorazione a essere mai uscita sul mercato. Così, lo scorso martedì 23 novembre tante e tante persone hanno affollato lo streaming youtube della presentazione dell’edizione 2022, andata in scena a Cortefranca (Brescia), nel bel mezzo di un comprensorio come quello della Franciacorta.

 

La presentazione in sé, bella e ben ritmata, ha prestato il fianco a qualche critica, almeno a guardare i canali social. Nella chat di commento dal vivo, si potevano cogliere numerosi interventi alquanto salaci, e anche dopo, su facebook, in molti si sono soffermati con qualche perplessità sui modi della madrina dell’evento, la youtuber Fjona Cakalli, e soprattutto sul direttore internazionale delle Guide Michelin, il francese Gwendal Poullennec, che parlava solo poche parole d’Italiano e sbagliava spesso e volentieri a leggere i nomi dei nuovi stellati. Registrata per puro dovere di cronaca la voce della rete, in ogni caso composta di appassionati e professionisti del settore, è comunque andato tutto bene, e la cerimonia ha avuto il suo fascino, malgrado si fosse scelto di far presenziare in sala poche persone, giusto i ristoratori insigniti delle Stelle.

 

Le Stelle nuove, per l’appunto, sono arrivate a metà della serata, più o meno. Quest’anno, i vincitori dell’ambita prima stelletta sono 33, di cui 16 sotto i 35 anni di età e cinque sotto i 30. Tra di essi, l’unica donna, Solaika Marrocco (Primo Restaurant, Lecce), classe 1995, ha anche conseguito il Premio Speciale Michelin Chef Giovane 2022.

 

Poi, ci sono due nomi nuovi che hanno conseguito le Due Stelle, e vengono ambedue dalla Campania, una regione che quest’anno ha fatto faville. Il primo è quello del Kresios di Telese Terme (Benevento) e del suo chef Giuseppe Iannotti, autore, secondo gli ispettori della guida di “una cucina che sorprende per idea, studio e creatività”. Verdetto? “Pochi ingredienti e tanta precisione per una proposta che esce dall’ordinario per far vivere al palato un’esperienza totale”. E il Kresios una Stella già l’aveva. Ne ha invece guadagnate direttamente due, cosa decisamente inusuale, il Tre Olivi di Paestum (Salerno), la capitale della mozzarella di bufala. Artefice ne è Giovanni Solofra, autore di una proposta culinaria che, sempre secondo lo staff della Rossa, è “capace di sorprendere per finezza, gusto, idea e tecnica. Generosità, precisione, minuziosità in ogni preparazione sono le parole d’ordine per produrre accostamenti spesso intriganti”.

 

Nessuna variazione, invece, per quanto concerne l’olimpo, l’empireo delle Tre Stelle, rifugio impenetrabile e sicuro dei Magnifici Undici: nessuna new entry, ma anche nessun declassamento tra di loro. Viceversa, sono stati declassati altri ristoranti a due e una Stella, con un mesto comunicato poco prima delle premiazioni. E prima ancora, sono state attribuite le cosiddette Stelle Verdi: un marchio destinato ai ristoranti attenti alla gastronomia del territorio, alla stagionalità dei prodotti, a evitare gli sprechi alimentari e a usare l’energia pulita. Sono 17 i nuovi insigniti della Stella Verde, in totale 30 se si considerano quelli dell’anno scorso.