Parte stasera la manifestazione di disobbedienza civile dei ristoratori. Ma la prefettura ha già annunciato la linea dura. E alcuni chef hanno preso le distanze. Il collettivo Tni, intanto, lancia la contro-iniziativa.
Inizia oggi la disobbedienza civile degli esercenti che hanno aderito al movimento #ioapro. A partire da questa sera, alcuni titolari coraggiosi di bar e ristoranti alzeranno le serrande e rimarranno aperti fino alle 22, svolgendo regolare servizio al tavolo.
Promotore dell’iniziativa è Umberto Carriera, titolare di sei ristoranti a Pesaro, che, già dall’ottobre scorso, ha iniziato a disobbedire ai Dpcm. Si è accorto di non essere il solo ‘sovversivo’. Per questo ha dato il via al movimento #ioapro. Gli aderenti all’iniziativa dovranno rispettare un Dpcm autonomo: decalogo pratico commercianti motivati. Un documento in cui vengono elencate alcune semplici norme di comportamento: portare i conti ai tavoli entro le 21.45 e rispettare le norme anti-Covid (sanificazione, gel…). Nel decalogo viene anche sottolineato che, in caso di controlli, non devono dimenticare che la loro è una ‘disobbedienza gentile’. Attenzione dunque al trattamento da riservare alle Forze dell’Ordine. Clienti e attività aderenti all’iniziativa, comunque, potranno ricevere supporto legale in caso di sanzioni.
Il Comitato nazionale di ordine e sicurezza, infatti, ha già annunciato la linea dura. Denunce e sanzioni da 400 euro in su saranno riservate ai titolari degli esercizi coinvolti e a tutti i clienti colti in flagranza di reato. La linea, condivisa in prefettura, si adegua alle indicazioni ministeriali circolate pochi giorni fa, secondo cui: “I servizi di ordine pubblico dovranno mirare a prevenire azioni improntate all’illegalità”.
Nonostante la forza deterrente delle sanzioni annunciate, la manifestazione ha già ricevuto migliaia di adesioni in tutta Italia. Su Instagram, a centinaia hanno comunicato la propria adesione con l’hashtag #ioapro. Mentre il gruppo Telegram, aperto per coordinare la manifestazione a livello nazionale, oggi conta oltre 13mila contatti. E continuano le adesioni. Si tratta soprattutto di consumatori in cerca di informazioni sulle attività aperte, desiderosi di dare il loro appoggio ai ‘commercianti motivati’. Ma c’è chi è contrario. A partire dalla Fipe – Federazione italiana pubblici esercenti. E dagli Ambasciatori del gusto, che, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, ai ministri e ai presidenti delle Regioni, prendono le distanze da chi sceglie di aprire i propri locali. E chiedono di: “Pianificare una ripartenza e la ristrutturazione di un intero settore”, ribadendo “l’urgenza di una visione di medio e lungo termine a cui fare riferimento e di un interlocutore istituzionale con cui dialogare in modo costruttivo e lungimirante”. La lettera è stata sottoscritta da numerosi nomi celebri della ristorazione: Enrico Bartolini, Cristina Bowerman, Antonino Cannavacciuolo, i fratelli Cerea, Carlo Cracco, Davide Oldani, Giancarlo Perbellini, Viviana Varese, solo per citarne alcuni.
C’è anche chi aprirà, ma solo in sicurezza. Da cui l’hashtag: #ioaprosoloinsicurezza. È la contro-iniziativa del collettivo Tni – Tutela nazionale imprese, che rappresenta oltre 40mila aziende italiane del mondo Horeca. Anche per i ristoratori di Tni, tra i quali spunta anche il noto chef Gianfranco Vissani, la data segnata sul calendario è quella di oggi: dalle 20 alle 22 simuleranno una consueta apertura serale. Luci e musica accese, sala allestita e titolari e dipendenti seduti ai tavoli a simulare i clienti. Lo scopo: dimostrare che, come si può pranzare in tutta sicurezza rispettando i protocolli, così si può anche cenare. Il quesito è semplice: perché un locale smette di essere sicuro alle ore 18? Questa e altre domande sono state poste ai prefetti delle zone gialle, a cui si chiedono prove scientifiche che giustifichino la stretta sul settore della ristorazione. Nulla a che vedere, dunque, con il movimento di protesta #ioapro. “Io non aderisco a nessuna iniziativa che non rispetti e non abbia al centro la salute delle persone”, chiarisce Pasquale Naccari, portavoce di Tni e presidente di Ristoratori Toscana.
Insomma, uniti nella frustrazione di mesi di incertezza e incassi al minimo, i ristoratori sono quanto mai divisi. Tra moderati e ‘protestanti’, però, la richiesta è una sola: ascoltateci!