Roma – “Benché si possa cucinare in maniera simile, la carne coltivata e stampata non sarà in competizione con quella da allevamento”. È quanto sottolineato dallo chef Guido Mori, direttore didattico dell’Università della Cucina Italiana, che ha promosso (il 22 novembre) una degustazione di un prodotto alimentare stampato in 3D nella sede della Stampa Estera a Roma.

 

“Oggi la tecnologia”, spiega Mori, “ci offre possibilità inedite di elaborare le materie prime, creando forme e sapori finora sconosciuti, ma dai valori nutrizionali equilibrati e piacevoli al palato. Questo avviene da sempre nella storia dell’uomo, si pensi alla trasformazione del latte in formaggio, avvenuta 2.500 anni fa”. Secondo lo chef, gli studi sulla carne coltivata o stampata “dovranno proseguire, ma la diffusione di queste pietanze potrà aprire nuovi scenari dell’alimentazione, che sarà sempre più basata sul cibo personalizzato”.

 

“Le tecnologie cruelty free e a basso impatto ambientale”, conclude Mori, “possono aiutare a trovare nuovi prodotti e processi di filiera utili a garantire un’alimentazione sicura e sana per tutti. La corsa a occupare il mercato è già iniziata e restare indietro, per un paese leader mondiale nel settore food come l’Italia, sarebbe l’ennesima occasione persa”.

 

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