Roma – Si è svolta oggi, presso Palazzo Brancaccio a Roma, la presentazione della Guida Ristoranti d’Italia 2023 di Gambero Rosso. Sono quasi 2.500 i locali meritevoli di una critica completa, individuati regione per regione. Numerose, quasi 300, anche le novità inserite. Tra i 44 Tre Forchette, sono tre nuovi ingressi: l’Antica Osteria da Cera a Campagna Lupia, il fine dining di Casa Perbellini a Verona e il Signum a Salina con la chef Martina Caruso. Tra le novità, un neopremiato umbro nelle 34 migliori trattorie e uno toscano tra i big della cucina etnica. Da segnalare, inoltre, il sorpasso del Lazio sulla Lombardia come numero di locali presenti nella guida, 21 contro 22.

 

Durante la presentazione sono stati inoltre assegnati diversi premi speciali. Al Marin di Marco Viscicola il riconoscimento per il Miglior pre-dessert; a Gucci Osteria di Massimo Bottura quello della Miglior bevanda miscelata. Il premio ‘No food waste’ va, invece, alla Locanda Radici di Angelo D’Amico e a Kresios di Giuseppe Iannotti.

 

A pari merito per il Miglior servizio di quest’anno Villa Crespi di Orta San Giulio e il Don Alfonso 1890 di Massa Lubrense.  Jorg Giubbani è invece il Miglior cuoco emergente, mentre Alessandro Gonzalez Venegas è il Miglior sommelier 2023.

 

Il Consorzio Vini Alto Adige ha infine assegnato il premio per il Ristorante con la migliore proposta vegetariana. Il riconoscimento premia le realtà culinarie che si sono distinte nella creazione di proposte vegetariane sostenibili e antispreco: il Gramen del Lefay Resort di Gargnano in provincia di Brescia, il ristorante Reale di Niko Romito a Castel di Sangro in Abruzzo e il Tenerumi del Therasia Resort a Vulcano, in Sicilia.

 

Il Consorzio tutela formaggio Asiago, invece, ha premiato i Ristoranti con la migliore proposta a base di formaggio: il Ristorante Consorzio di Torino, L’Irene Firenze dell’Hotel Savoy del capoluogo toscano e il Red di Palazzo BN di Lecce. Il riconoscimento testimonia il profondo legame del formaggio Asiago col mondo della ristorazione e dimostra l’importante ruolo degli chef come ambasciatori della Dop.

 

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