Lo youtuber gastronomico romano, famoso per la sua incorruttibilità, va a Torino a provare i panini del Caffè Mulassano. Il risultato? Un bagno di sangue: prezzo eccessivo, pane mediocre, farcitura invisibile. La critica finisce sulle pagine del quotidiano La Stampa.

 

Tommaso Farina

 

Frankino er Criminale colpisce ancora. E questa volta, lo fa in una trasferta lontano dalla sua Roma natia. È trasvolato all’ombra della Mole Antonelliana, con le unghie affilate e i denti aguzzi. L’epilogo era prevedibile. Guai a toccargli i tramezzini, ai torinesi. Possono vendicarsi, e farti passare atroci sofferenze. Soprattutto se parli male del Caffè Mulassano, in piazza Castello, che del medesimo tramezzino rivendica l’invenzione.

 

Tempo fa, lo youtuber capitolino, vero nome Alessandro Bologna, si era ritagliato un certo spazio fuori dal suo territorio di caccia abituale, rappresentato dalla rete. Anche i giornali avevano parlato della sua denuncia di giri di marchettari, influencer lautamente ricompensati da ristoratori della Capitale per parlar bene di loro, o comunque non parlarne male. Da allora, Er Criminale si era guadagnato, anche giustamente, la faccia di persona onesta e senza peli sulla lingua, in un mondo in cui, a quanto pare, il mercimonio pseudocritico è all’ordine del giorno. Stavolta però l’ha fatta grossa: è andato a Torino, a provare i tramezzini nella città in cui, con buona pace dei veneti che contendono il primato, questi leggendari panini furono ideati. A occuparsi del caso, nientemeno che La Stampa: ed è giustissimo, in quanto si tratta dello storico quotidiano della borghesia sabauda.

 

Frankino aveva già dato mostra di essere un attento classificatore di tramezzini: sul suo canale youtube campeggia la rubrica ‘Tramezzini Criminali’, con incursioni in quartieri romani come Testaccio (dove è anche rimasto male, tant’è che ha parlato di ‘Tramezzino Truffatore’) e San Basilio, oltre che in altre città, come Livorno. Lo sbarco a Torino, per una faccenda di primogenitura storica, era dunque obbligato. E il titolo del suo reportage non lascia adito a dubbi: “Non ci siamo proprio”. “‘Franchino vieni a Torino’, mi dicevano tutti, ‘qui devi mangiare i tramezzini e non a Roma’, dicevano, ‘qui a Torino sono stati inventati’, dicevano. Beh io a Torino per mangiare questi fantomatici tramezzini ci sono venuto e secondo me chi mi ha esortato a venire in città a provarli ha seri problemi quantomeno col gusto, palato e nel riconoscere la qualità del cibo”: così esordisce nella sua presentazione.

 

Alessandro Bologna comincia col Caffè Mulassano, lo storico luogo dove i coniugi Nebiolo, dopo una trasferta in America, decisero di riprodurre nel 1926 i già illustri sandwich d’Oltreoceano. Allo scartare i tramezzini, un lapidario giudizio visivo: “Ma che ca**o è? Ma che ca**o state a di’? Quattro euro? Ma che ve siete impazziti, regà?”. La reazione a dir poco contrariata, accompagnata da uno sguardo tra lo stranito e lo scandalizzato, non lascia spazio a censure né autocensure. L’assaggio è ancora più devastante: “Il pane è immangiabile! Meglio quello confezionato che diamo a Roma”. Frankino esamina la farcitura, molto al risparmio, e deplora il fatto che, per il puro fatto di averlo (dicono) inventato, questo posto faccia pagare 4 euro per dei tramezzini mediocri (secondo lui, ci tiene a precisare).  Giudizio finale: “Mio nipote di 11 anni lo faceva meglio”. Ah: all’inizio, Frankino fa pure notare che nel sacchetto non c’è lo scontrino. “Me lo sarò dimenticato in cassa”, ammicca sornione. Per ritrovare il sorriso, Frankino deve trasferirsi in altri caffè, dove i tramezzini sono a suo giudizio migliori.

 

Comunque, questa critica gastronomica (perché lo è) è finita sul giornale. Una volta, i giornali ospitavano le critiche. Oggi, le raccontano quando fanno gli altri. Ciascuno scelga la prassi che preferisce…