Roma – Pesa, e non poco, il caro energia nel settore alberghiero. Se nel 2019 l’affitto dell’immobile assorbiva circa il 20-25% dei ricavi, il personale pesava per un altro 35-40%, e l’energia incideva per il 10%, ora questa voce è più che triplicata. “Il problema è generalizzato e con queste quotazioni di energia, materie prime e servizi di terzi un quarto degli hotel a tre e quattro stelle è a rischio default”, spiega Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, al Sole 24 Ore. Sono dunque circa 5.500 le strutture ricettive della Penisola ad essere a rischio continuità. “Da non dimenticare che oltre due anni di Covid hanno portato alla chiusura del 20% degli hotel”, continua Colaiacovo. “L’alta stagione tra Natale e l’Epifania sarà salva, ma dopo molti imprenditori pensano di chiudere le strutture per non lavorare con forti perdite”. In questo clima di incertezza, non conoscendo gli andamenti di gas e materie prime, risulta poi difficile preparare i listini per i tour operator esteri per il lasso di tempo 2023-2024.