Lo chef campano, col suo Villa Crespi, ha centrato il riconoscimento della terza stella Michelin. In tal modo, i tristellati italiani diventano 12. Quattro nuovi bistellati, 33 stelle nuove, con molti giovani.

 

di Tommaso Farina

 

E così, i tre stelle italiani non sono più 11. La Guida Michelin si è decisa ad attribuire il massimo riconoscimento a un numero 12. Ed era ora, se pensiamo che, per esempio, la città di Hong Kong da sola ha sette ristoranti tristellati. Ma chi sarà il fortunato? A raggiungere il gotha gastronomico è stato il Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara): in poche parole, Antonino Cannavacciuolo. Il corpulento, simpatico Bud Spencer della cucina italiana, già notissimo ai buongustai e definitivamente consacrato presso il grande pubblico dalle sue partecipazioni televisive, ottiene così il premio più alto che un cuoco possa desiderare. Le motivazioni? “I suoi piatti sono creazioni inebrianti, dai sapori netti e ben distinti, valorizzati da percorsi di degustazione che spaziano dalla Campania al Piemonte con una disinvoltura che fa apparire semplici le cose più difficili: abilità riservata ai grandi chef”: ineccepibile. Antonino, visibilmente commosso, ha baciato la giacca da cuoco con le tre stelle rosse ricamate sopra, e anzitutto ha rivolto un pensiero a sua moglie: “Oggi è il nostro anniversario. È l’unica volta che mi ha moglie mi ha perdonato perché non l’abbiamo festeggiato!”. Lo chef campano ha comunque dichiarato che non si siederà sugli allori: “Il progetto non si fermerà oggi. Ci saranno nuove aperture”. Staremo a vedere. Intanto ci godiamo il momento. Un nuovo tre stelle è sempre una bella notizia.

 

Tutto questo andava in scena ieri sera, in Franciacorta, nell’usuale cerimonia di svelamento dei nuovi stellati, la Michelin Star Revelation, che ha sancito la presentazione dell’edizione italiana 2023 della guida dei ristoranti più famosa del mondo. I numeri? Nella Michelin 2023 ci sono 335 ristoranti con una stella (33 nuovi), 38 con due stelle (quattro nuovi) e 12 con tre stelle, per l’appunto.

 

La madrina della serata, come già altre volte, è stata la conduttrice radiofonica Petra Loreggian, affiancata da Marco Do, il direttore della comunicazione di Michelin Italia, che ancora una volta ha mostrato le sue ben conosciute doti di intrattenitore.
I nuovi stellati vedono sfilare un vero e proprio plotone di giovani: tra loro e i nuovi bistellati, campeggiano 30 chef sotto i 35 anni, e sei di loro ne hanno meno di 30. Meno rilevante, rispetto all’anno scorso, la rappresentanza femminile. Tra i monostellati, c’è da segnalare la prestazione del ventottenne Davide Guidara, che guida (ci venga perdonato il bisticcio, ma è la parola adatta) le cucine de I Tenerumi, il ristorante del Therasia Resort sull’isola di Vulcano (Messina), nell’arcipelago delle Eolie. Isolano ma non isolato: non solo si è beccato la prima stella, ma è stato insignito con la stella verde (riservata ai locali che curano ingredienti, ecologia ed ecosostenibilità) e col premio Giovane Chef 2023, consegnato da Marco Lavazza, dell’omonima azienda di caffè.

 

I nuovi due stelle li possiamo raccontare per esteso. Due di essi sono a Roma: L’Acquolina di Daniele Lippi e l’Enoteca La Torre di Domenico Stile. Il terzo bistellato è un po’ romano anche lui: la seconda stella è difatti attribuita al St. George by Heinz Beck di Taormina (Messina), chef Salvatore Iuliano, ambasciatore della roccaforte romana di Beck. Per finire, un altro ambasciatore eccellente: Gabriele Boffa, leader della cucina della Locanda Sant’Uffizio – Enrico Bartolini di Penango (Asti). Una Guida Michelin decisamente speciale quest’anno.

 

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