Roma – Federterme è pronta a dare vita alle comunità energetiche, come previsto dalla direttiva europea Clean energy package (Cep). Ma, non essendo stati emanati i decreti attuativi del decreto legislativo 199 del 2021, il loro lancio è rimandato. Uno stop che, però, mette e a rischio il comparto termale, che ha visto gravare sempre più la voce ‘energia’ sui propri costi. Secondo le analisi di Federterme, infatti, il peso dell’energia elettrica è di circa 25%, quello del gas è intorno al 13,3%, mentre l’acqua, tra il 2016 e il 2022, è rincarata del 22%.

 

Dopo aver vagliato le diverse vie percorribili per allentare la morsa del caro energia, Federterme ha scelto di imboccare la via della comunità energetica, a cui partecipano utenti vicini tra loro, che hanno a disposizione impianti per le rinnovabili per l’autoconsumo. I soci possono produrre, consumare, immagazzinare e vendere sul mercato l’energia rinnovabile, o scambiarla all’interno della comunità, oppure installare e gestire sistemi di stoccaggio. La creazione delle comunità, però, è al momento in una fasta di stallo proprio per la mancata emanazione dei decreti attuatitivi.

 

Rimani aggiornato su tutte le novità del settore alberghiero e della ristorazione!