Milano – “Sono in cerca di collaboratori che non trovo, si tratta di un problema generazionale, mancano la devozione al mestiere e lo spirito di sacrificio”. A denunciare la situazione (lanciando una provocazione) è Alessandro Borghese in un’intervista al Corriere della Sera di qualche giorno fa. Lo chef ha presto subito la gogna mediatica per quanto affermato. Ma la sua uscita mette in luce, in realtà, un problema che affligge da tempo la ristorazione e che sta diventando cronico: manca personale, sia stagionale sia da assumere come dipendente nell’organico fisso.
Non è mancato dunque il sostegno del mondo della ristorazione nei confronti di Alessandro Borghese. Tra le figure che hanno dato seguito a quanto affermato dallo chef anche Piero Pompili, restaurant manager del ristorante Al Cambio di Bologna, che ai microfoni de Il Gusto ha affermato: “Costo del lavoro, revisione del contratto nazionale di categoria (che è tra i più bassi in Italia) ed educazione della clientela (con i suoi orari massimi di permanenza al ristorante) per non far ricadere sul personale le ore di ‘cazzeggio’ dei clienti a tavola. Sono solo alcune delle soluzioni che aiuterebbero a rendere questo lavoro meno pesante di quel che è”. “Cerchiamo di realizzare condizioni di lavoro che possono garantire tempo, giusta retribuzione economica e dignità morale ai dipendenti che lavorano nella ristorazione – prosegue Pompili – Certo le difficoltà ci sono: solo ieri ho avuto la richiesta di tre colleghi che cercano personale di cucina ‘fidato’ e ‘motivato’ ma al momento non ho nessuno da proporre. Qui a Bologna è una storia che va avanti da mesi”.