Roma – Dopo un’estate di polemiche, in cui i social sono stati invasi dalle foto di scontrini con prezzi fatti pagare dai ristoratori per alcuni servizi offerti e ritenuti assurdi dai clienti, ecco che Fipe-Confcommercio pubblica un’indagine dedicata proprio a ‘Coperto, servizio e supplementi al ristorante’. Così da avere un quadro generale sulla situazione in Italia.

 

Ne emerge che otto ristoratori su dieci prevedono il pagamento di un prezzo per il coperto: circa 2,90 euro in media. Nell’80,1% dei casi, il coperto prevede anche il cestino del pane. Solo una parte marginale del restante 20% prevede che il pane si debba pagare a parte. Una esigua percentuale di attività (il 5%), poi, applica un prezzo per il servizio, che sostituisce (o in alcuni casi si accompagna) il coperto.

 

Solo l’8% degli intervistati differenzia i prezzi del menù per pranzo e cena. Una quota ancora più piccola (il 3%) propone prezzi diversi tra giorni feriali e festivi. Un ristoratore su quattro offre, oltre alla carta, almeno un menu degustazione. Il menu bambino è presente nel 33% dei locali intervistati, a un prezzo medio di 18 euro.

 

Il 74,2% degli intervistati consente che si portino bottiglie di vini e spumanti da fuori, purché la cosa sia concordata al momento della prenotazione; nel 60% dei casi non è previsto alcun costo aggiuntivo. Situazione simile per le torte: nel 90,3% dei casi viene consentito, previa comunicazione, che venga portata da fuori, e solo nel 28,2% dei casi viene richiesto un costo per il servizio. L’acqua naturalizzata è presente in un ristorante su quattro ed è quasi sempre a pagamento. Il 75% degli intervistati non prevede alcun sovrapprezzo per eventuali servizi aggiuntivi; il restante 25%, invece, fa pagare l’aggiunta di ingredienti o, in modo marginale, la condivisione di piatti o la richiesta di fuori menù.

 

Il 12,7% dei ristoranti propone un servizio di delivery, con un pagamento per la consegna nel 60% dei casi. L’asporto ‘organizzato’ invece è proposto da un ristorante su due. Il 50% applica una riduzione sul prezzo di listino, il 46,5% adotta gli stessi prezzi del sevizio al tavolo e il 3,5% applica una maggiorazione per la messa a disposizione dei contenitori. Le prenotazioni online sono assai diffuse, ma solo un ristorante su cinque chiede una carta a garanzia al momento della prenotazione. Tra questi ultimi, l’85% prevede il pagamento di una penale in caso di ‘no show’.

 

Per quanto riguarda l’adeguamento dei listini, il 64,2% degli intervistati ha aumentato i prezzi negli ultimi sei mesi, e poco più del 18% lo farà nei prossimi tre.

 

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