Roma – Negli ultimi cinquant’anni il comparto del fuori casa italiano ha vissuto una crescita straordinaria, diventando una delle infrastrutture sociali più importanti del Paese. Nel 1970 le imprese attive erano poco meno di 154 mila, oggi superano le 323 mila aziende. E’ il quadro che, in breve sintesi, è emerso sulla settore della ristorazione italiana nel corso dell’Assemblea di Fipe – Confcommercio che si è svolta lo scorso 12 novembre dal titolo ‘Impresa, bene comune’, durante cui, peraltro, si sono celebrati gli 80 anni dalla fondazione dell’associazione.
Nel quadro dell’Assemblea, la Federazione ha ribadito il ruolo della ristorazione come motore economico e sociale del Paese, capace di generare occupazione, identità locale e valore condiviso. Nel 1970, infatti, i consumi fuori casa valevano 20,9 miliardi di eurolire. Nel 2000 il valore ha raggiunto i 51,4 miliardi di euro con una crescita reale del 146%. Nel nuovo millennio la crescita è proseguita ma a ritmi decisamente più contenuti: tra il 2000 e il 2024 l’incremento reale è stato del 5,5%. Tuttavia oggi il valore dei consumi fuori casa è arrivato a superare i 96 miliardi di euro correnti confermando che siamo oramai dinanzi ad un vero e proprio mercato ‘di massa’.
Inoltre, se negli anni Settanta il settore era caratterizzato soprattutto da piccole imprese familiari con una presenza territoriale diffusa, oggi su quell’ossatura si sono innestate nuove forme di imprenditoria che hanno contribuito a diversificare format commerciali e modelli di servizio.
