Roma – Il numero chiuso per l’accesso ai centri storici non è in programma. Lo ribadisce il ministro al Turismo, Daniela Santanchè (in foto), commentando l’assalto alle località turistiche e ai centri storici che causa regolarmente affollamento e congestionamenti. Il fine settimana pasquale, infatti, ha visto le mete lacustri e marittime riempirsi di turisti. Un boom che si accompagna al ritorno dei viaggiatori da tutto il mondo dopo la fine dell’emergenza pandemica. Una situazione che, da un lato, fa contenti albergatori e ristoratori, ma dall’altro porta spesso all’esasperazione i residenti.

 

Santanchè commenta, in un’intervista al Messaggero: “Non credo nel numero chiuso per l’accesso ai centri storici”. L’overtourism è “un problema globale, le persone che si muovono stanno aumentando in maniera esponenziale. E le località da visitare in Europa sono più o meno sempre le stesse. Penso alle città d’arte, ad esempio, a Roma, Venezia, Firenze, ma non solo. Si è sempre pensato al numero di teste per dare i dati del turismo, oggi dobbiamo pensare invece alla spesa media di ogni visitatore. E su questo i nostri numeri sono più bassi di altri paesi europei. Ecco perché dico che bisogna alzare l’asticella, lo standard dei servizi. Personalmente non trovo che il numero chiuso possa essere una soluzione per salvaguardare le città d’arte”.

 

Il ministro è intervenuto anche sulla questione degli affitti brevi: “Questo è un reale problema, c’è un far west. Le poche regole esistenti non vengono applicate. Serve una regolamentazione vera e stiamo anche aspettando ciò che elaborerà l’Europa. Ho attivato un tavolo con tutte le associazioni di categoria, ascoltando le varie istanze, e andremo a definire nuove regole. Tenendo però conto di alcune peculiarità, ad esempio nei piccoli borghi, dove non ci sono strutture ricettive e l’affitto breve è l’unica soluzione. Inoltre, per noi la proprietà privata è sacra, dunque se una famiglia decide di affittare una stanza non è giusto impedirlo. Discorso diverso invece se tu affitti con questa formula 20 appartamenti”.