Bacoli (Na) – Riconoscere le ostriche, la loro diversa provenienza, in base al profumo, al sapore, all’indice di carne. Conservarle nel modo giusto. Servirle alla corretta temperatura. Queste e altre cose dovrà saper fare l’ostricaro, ossia il professionista della degustazione dell’ostrica.
Un po’ come accade col vino, anche sul mollusco più desiderato sarà possibile ora ricevere una corretta formazione, in modo da consentire al cliente un consumo responsabile e consapevole. Proprio questo è l’obiettivo ultimo dell’Aiost, l’Associazione Italiana Ostricari, appena nata su iniziativa di tre grandi cultori della materia: gli imprenditori del settore alta ristorazione Daniele e Simone Testa e Alessio Cutino, amministratore di attività ristorative.
L’associazione sarà presentata mercoledì 19 aprile nella sala Ostrichina della Casina Vanvitelliana di Bacoli (Real Sito del Fusaro), e si prefigge lo scopo primario di qualificare la figura e la professione dell’ostricaro attraverso lo svolgimento di attività culturali, e soprattutto garantendo la possibilità di una formazione specialistica attraverso la predisposizione di corsi capaci di trasferire ai discenti le competenze necessarie alla qualifica di ostricaro. La formazione completa sarà articolata in un corso di tre livelli.
Tema molto sentito è quello della sicurezza alimentare: non a caso, l’Aiost ha già firmato un protocollo d’intesa con l’Istituto Sperimentale Zooprofilattico del Mezzogiorno, guidato dal direttore generale Antonio Limone.
In foto: Daniele Testa (a sinistra) e Alessio Cutino (a destra)