Roma – Secondo le stime preliminari di Istat, nel mese di giugno 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% del mese precedente.
Come si legge nel comunicato: “Il rallentamento dell’inflazione continua a essere fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in apprezzabile calo rispetto al mese precedente. Nel settore alimentare, la crescita su base annua dei prezzi dei prodotti lavorati evidenzia un’ulteriore frenata, che contribuisce alla decelerazione dell’inflazione di fondo (scesa a +5,6%). Prosegue, infine, la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del ‘carrello della spesa’, che a giugno è pari a +10,7%”.
L’ufficio studi di Fipe-Confcommercio ha commentato: “A giugno l’inflazione rallenta, ma i prezzi dei beni alimentari continuano a restare troppo alti. Sebbene ristoranti e bar non facciano la spesa come una famiglia, i significativi aumenti che da oltre un anno si scaricano sui listini delle materie prime alimentari, anche all’ingrosso, creano enormi difficoltà alle aziende del settore sia in fase di approvvigionamento che in fase di formazione dei prezzi e di relazione con i clienti. Il risultato è che l’aumento dei prezzi di bar e ristoranti è costantemente al di sotto dell’inflazione generale e questo dato trova conferma anche nei dati di giugno”.