Roma – Sono oltre 32mila le strutture del settore alberghiero in Italia: si tratta della più ampia offerta sul mercato europeo. Entro fine 2023, oltre il 40% prevede una crescita di fatturato tra il 3% e il 12%. Lo studio ‘Italian Hospitality Market’, condotto da Deloitte, presenta alcuni dati.
“Dall’analisi emerge uno scenario molto positivo per quanto riguarda il mercato alberghiero italiano: i gruppi già presenti sul territorio nazionale stanno cercando di ampliare la loro presenza, mentre gli altri cercano di fare il loro primo ingresso nel mercato con l’obiettivo di crescere rapidamente”, dichiara Angela D’Amico, partner e real estate sector leader di Deloitte Italia.
Gli investitori sono attratti da questi numeri, e per questo il 67% si dice pronto a puntare oltre 100 milioni di euro sul nostro Paese. Per gli investimenti vengono prediletti il Nord e il Centro Italia (58%). L’86% dei gruppi alberghieri intervistati preferisce, invece, il Centro e il Sud, trattandosi di mercati meno saturi. Per quanto riguarda le destinazioni preferite per le nuove aperture, l’interesse maggiore è rivolto verso le città primarie (90%), località marittime (76%), laghi (52%) e campagna (52%).
Prezzi elevati degli immobili, costo del debito e burocrazia risultano essere le principali criticità che frenano gli investimenti alberghieri in Italia. Costi energetici, la difficoltà a reperire personale e il peggioramento delle condizioni di credito sono considerate le prime tre minacce alla crescita del mercato alberghiero italiano. Circa il 60% degli intervistati ritiene che l’attuale impegno delle aziende alberghiere italiane verso la sostenibilità sia ancora insufficiente.