Roma – Apprezzamento per il provvedimento volto a tutelare il made in Italy, ma riserve per quanto riguarda il ruolo della ristorazione. È il giudizio del direttore generale Fipe-Confcommercio Roberto Calugi e del vice direttore generale Luciano Sbraga, auditi il 24 ottobre dalla X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame in sede referente del disegno di legge recante disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.

 

“Abbiamo particolarmente apprezzato la volontà del Legislatore di proporre una visione d’insieme degli interventi per la valorizzazione del made in Italy, tema sul quale è necessaria un’azione di sistema che metta in relazione tutti gli asset su cui si fonda questo immenso patrimonio produttivo”, spiegano Calugi e Sbraga. “Il Disegno di legge, tuttavia, non riserva adeguata attenzione alla filiera del turismo e al ruolo che la ristorazione svolge al suo interno”.

 

“Parliamo di un comparto, quest’ultimo, che attrae 22 miliardi di euro di spesa dei turisti, di cui 10 miliardi provengono dagli stranieri e che con 43,5 miliardi di euro è il primo settore per valore aggiunto della filiera agroalimentare”, continuano Calugi e Sbraga. “Nel testo, la ristorazione italiana all’estero viene derubricata a semplice terminale delle produzioni agroalimentari nazionali. In realtà, a nostro avviso, andrebbe enfatizzato il ruolo degli imprenditori che credono nella cucina italiana e che, grazie alle loro conoscenze e capacità, ogni giorno valorizzano l’Italia nel mondo”.

 

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