Roma – Il settore alberghiero si avvicina ai risultati del 2019, e gli investimenti nel 2022 rimangono sopra la media anche se rallentano nel 2023. PwC, fornitore di servizi di revisione e consulenza, ha pubblicato l’‘Hotel Market Snapshot 2023’, con alcuni dati sul comparto relativi alla prima metà dell’anno. I risultati della ricerca saranno approfonditi in occasione dell’Ithic (Italian Hospitality Investment Conference) di Roma, che si terrà il 19 e il 20 ottobre presso Villa Pamphili.
Il tasso di occupazione, nel 2022, ha visto un recupero della domanda rispetto al 2021, anche se si è rimasti al di sotto dei livelli del 2019: Milano -11%, Roma -6%, Firenze -11% e Venezia -4%. La prima petà del 2023, tuttavia, vede il dato raggiungere un recupero quasi completo sul pre-pandemia. Nel 2022, le tariffe medie giornaliere sono aumentate dal 2019: Milano +21%, Roma +27%, Firenze +28% e Venezia +27%. Il trend non si sta fermando nel 2023. Anche il RevPar (fatturato generato per camera disponibile) sta continuando a crescere.
La domanda da parte degli ospiti degli alberghi ha recuperato quasi completamente i risultati del 2019 (manca ancora un 10% circa). La domanda nazionale ha praticamente pareggiato i risultati, mentre quella internazionale, ancora inferiore rispetto al pre-pandemia (-16%), ha registrato una crescita del 108% rispetto al 2021.
Gli investimenti nel settore hospitality nel 2022 sono stati inferiori rispetto al 2021, ma sono comunque rimasti al di sopra della media a partire dal 2014. Nella prima metà del 2023, il volume di transazioni è calato del 64% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a circa 270 milioni di euro. Nonostante il dato, l’Italia rimane un Paese attrattivo grazie alla presenza di destinazioni prestigiose e alla scarsa penetrazione di brand internazionali, oltra alla necessità di rinnovamento che alcune location richiedono.
L’offerta, in Italia, è dominata da alberghi a tre e quattro stelle, ma crescono le proposte di alta gamma con l’obiettivo di andare incontro ai viaggiatori internazionali e di offrire servizi di qualità sempre più elevata. L’incidenza delle catene è cresciuta fino ad arrivare al 19,7%, dal 14% che era nel 2014.
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